Un’emozione grandissima per me vederla salire su quel palco: l’ho seguita nella sua missione con mia figlia, aspirante scienziata, o astronauta, o paleontologa insomma “qualunque cosa abbia a che fare con la scienza” che faceva un tifo da stadio. E poi eccola lì, serena, apparentemente inscalfibile, sorridente ma posata, magnetica, a raccontarci i suoi suggerimenti per lavorare meglio in team ed essere preparati. A tutto. Suggerimenti, non lezioni, anche se la parola lezioni era nel titolo del suo intervento al Wobi di Milano, di qualche giorno fa, perché”siamo tutti adulti, non abbiamo bisogno di lezioni”. Io veramente sì, Samantha. E infatti non l’ho ascoltata, l’ho bevuta.
Inizia con un sorriso, dicendoci subito quali sono le domande che le fanno sempre e alle quali risponde sempre no:
Nello spazio hai scoperto il senso della vita? Hai incontrato gli alieni? Hai trovato Dio? Hai avuto paura? Volevi tornare a casa?
Chiarito questo, ha proseguito con i suoi suggerimenti, appunto. Cose talmente di buon senso da risultare potenti, nell’italiano chiaro, corretto, virtualmente senza accenti di chi ha imparato non so quante lingue senza apparente difficoltà. Distillate dalla sua incredibile esperienza, che però ho trovato molto adatte alla vita di ognuno di noi. E aggiungo, avendo avuto la fortuna di guardarla e ascoltarla vicino a mia figlia, fuori di sé dalla gioia: abbiamo una vaga idea di quanto il suo esempio sia meraviglioso per le nostre bambine? Solo per questo ci sarebbe da ringraziarla tutti i giorni.
I segreti di Samantha Cristoforetti per allenarsi per lo spazio (e per la vita)
- Train hard, flight easy. Ossia, in addestramento preparati a fronteggiare qualsiasi disastro. Anche se, auspicabilmente, non succederà niente di drammatico e, come nel caso di Samantha, la missione filerà liscissima: “quasi mi ha sorpreso che funzionasse tutto così bene”.
- Train for redundancy. Ossia, addestrati a fare tutto, anche quello che non dovrai eseguire in missione, perché potresti dover sostituire all’improvviso un collega.
- Train to use all the tools that will help you. Anche se non dovrai mai usarli perché, vedi sopra.
- Train to communicate. Un aneddoto dell’astronauta: “Durante un addestramento, pensavo di essere andata alla grande. Avevo fatto tutto alla perfezione. E invece fui valutata malissimo. Perché? Facevo le cose, ma non le comunicavo nel modo migliore o più chiaro. Chi era “a terra” non aveva idea di cosa stessi facendo. Gravissimo, quando la comunicazione chiara e tempestiva può salvare la vita tua e del tuo team”. Noi non facciamo, in generale, cose così importanti e pericolose (anche se ci piace far finta di sì); ma saper comunicare, nel lavoro e nella vita, è una competenza essenziale, siete d’accordo?
I segreti di Samantha Cristoforetti per costruire un team che funzioni
- Fidarsi l’uno dell’altro. Gli astronauti mettono letteralmente le loro vite nelle mani dei colleghi; senza fiducia reciproca nelle loro competenze, non esisterebbe neanche una missione. Ma non che per noi, miseri tapini a terra, sia molto diverso, eh?
- Creare dei legami. Prima di volare, è essenziale fare quello che si definisce team building. In generale, per qualunque team (di lavoro, ma anche una famiglia…) passare del tempo insieme fuori dalla routine quotidiana è fondamentale.
- Avere comportamenti chiari e prevedibili. E rispettarsi. “Pur essendo convinti delle nostre competenze e molto assertivi”, ha spiegato Samantha (e guardandola parlare, sì, assertiva è il primo aggettivo che viene in mente; ha uno sguardo potente, un controllo totale, non riesci a staccare gli occhi da lei, anche se in quel palco enorme sembra una figuretta esile), “rispettiamo profondamente le idee degli altri, ascoltiamo i vari punti di vista”. Altre aspettative che non possono essere disattese: essere proattivi, altruisti e prendersi cura di sé stessi, ad esempio facendo sport, per restare in forma e non compromettere la missione. Infine: saper mettere da parte l’orgoglio chiedendo aiuto quando serve.
- Non prendersi troppo sul serio. Ridere e scherzare è fondamentale per mantenere l’umore alto, lassù. Ma anche tagliarsi i capelli l’uno con l’altro, vedi foto, e saper alternare momenti di solitudine e riflessione (“Io ne ho molto bisogno”, spiega Samantha) a quelli comunitari.
- Capire che la followership è importante quanto la leadership. Samantha infine ha spiegato che il loro addestramento, com’è ovvio, punta molto sulla leadership. Non dimenticando mai, però, che in missione (e, aggiungo, nella vita) si deve anche saper fare un passo indietro e seguire un altro leader.
I segreti di Samantha Cristoforetti per lavorare bene sotto pressione
- 1. Be prepared
- 2. Be prepared
- 3. Be prepared
- 4. Don’t panic
Sì: ha citato proprio la Guida galattica per autostoppisti. E ha aggiunto: “Non ho mai avuto attacchi di panico e il segreto è uno solo: sapevo di essere preparata, tutto qui.” (Tutto qui!).
Infine, ultima notazione da fan: il principio guida di questa edizione di WobiMI era “humanization”. Quel restare umani che ha fatto fermare un attimo Samantha Cristoforetti alla fine del suo speech, anche se stanca e di fretta, per fare un autografo alla mia novenne che la adora. Con una dedica da lacrime di commozione, che fa il paio con una delle più belle frasi mai letta in un libro, La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare:
Vola solo chi osa farlo.