Oltre 200 soci (su un totale di circa 350 produttori), circa 1.500 ettari vitati per 10 milioni di bottiglie all’anno. I numeri del Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano sono importanti e soprattutto il suo futuro è digitale. Come mi ha raccontato il direttore del Consorzio, Alessio Durazzi, la lezione del lockdown, che ha rinnovato il focus sulla comunicazione digitale, è stata assorbita nel migliore dei modi e hanno quindi deciso di investire su un nuovo sito che raccoglierà l’offerta turistica, enogastronomici e non, dell’intera Maremma Toscana. Prima della sua intervista, però, facciamo un ripasso della DOCG maremmana.
Morellino di Scansano, il Sangiovese di mare
Il Morellino di Scansano è divenuto un vino a DOCG, ossia a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007 (era una DOC dal 1978). Iniziamo dal nome: secondo la tradizione, Morellino deriva dai cavalli bai detti “morelli”, tipici della zona.
La zona di produzione storica comprende tutto il Comune di Scansano e parte dei Comuni di Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna, Semproniano, dove il clima estivo, molto caldo, viene mitigato in serata dalle brezze marine (confermo: ero lì ad agosto e i 35 gradi del pomeriggio lasciavano il posto a gradevolissime serate fresche e ventilate).
La disciplinare precede un minimo di 85% di uve Sangiovese e un massimo di 15% di altre uve di vitigni a bacca nera consentiti nella Regione Toscana: Canaiolo, Ciliegiolo, Malvasia, Colorino, Alicante e più di recente anche Merlot, Cabernet, Syrah e altri vitigni internazionali a bacca nera. Nella tipologia “Annata”, commercializzata dalla primavera successiva alla vendemmia, abbiamo un colore rosso rubino, un naso vinoso e fruttato, buona freschezza e sapidità, tannini comunque morbidi per un calice fresco, beverino, da barbecue di inizio estate o tavolata di formaggi e salumi maremmani. Per la tipologia “Riserva”, che prevede almeno due anni di invecchiamento di cui uno in legno, abbiamo un colore più intenso, che con gli anni tende al granato, aroma di fruttato (marasca, frutti rossi e prugna), note di speziato e di vaniglia e la caratteristica morbidezza dei tannini ancora più arrotondata. Io che adoro il cinghiale, lo sposo a quello, ma anche con i formaggi stagionati e le carni a lunga cottura è perfetto.
Intervista ad Alessio Durazzi, Direttore del Consorzio Tutela Morellino
Come è andata questa strana estate dopo il lockdown, in Maremma?
Meglio del previsto. Abbiamo perso molti turisti stranieri, com’era ovvio aspettarsi, ma in cambio hotel, seconde case e cantine sono state piene di italiani. Non solo: le seconde case, spesso abitate solo per una settimana, quest’anno sono state aperte da giugno a settembre, e i nostri borghi medievali sono stati ancora più popolati e vivaci per mesi.
Come vede il futuro del Morellino in questi tempi non facili?
I produttori, come ovunque, hanno sofferto la chiusura di enoteche e ristoranti. Anche se un grande aiuto è arrivato dalla GDO, per le molteetichette distribuite nei supermercati. E anche dal digitale, sul quale punteremo moltissimo; abbiamo capito la lezione. Per quanto riguarda il vino, vorremmo che il Morellino fosse apprezzato nella sua interezza. La tipologia Annata, certo, come bicchiere di facile beva, allegro, da tavolata; ma anche le Riserva, espressione peculiare del Sangiovese sulla costa, che vorremmo fosse conosciuta di più.
Puntare sul digitale, diceva: in che modo, in particolare?
Stiamo lavorando a un nuovo sito che sarà pubblicato a breve; si chiamerà VisitMorellino e colmerà un vuoto, perché a oggi non esiste un unico posto dove un turista possa trovare tutte le informazioni su questa parte di Maremma, non solo enogastronomiche ma di ogni tipo, dall’agriturismo al noleggio biciclette (confermo: organizzare la mia settimana di vacanza è stato un delirio tra mille siti diversi, non tutti chiari e alcuni poco aggiornati).
Qui altre cose che mi ha raccontato Alessio Durazzi e un consiglio:
Visitate le terre del Morellino, sono splendide, ricche di storia e cultura, c’è pure il mare e si mangia benissimo!
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