Non solo per giornalisti. Perché oggi tutti possiamo (e spesso lo facciamo) creare e condividere contenuti sui social network. Per divertimento, ma anche e soprattutto per lavoro. O almeno dovremmo farlo: secondo dati dell’Unione europea, nel 2020 saranno 900 mila i posti di lavoro vacanti per la carenza di capacità digitali. Già oggi circa il 40% della forza lavoro europea non ne possiede di adeguate e il 14% ne è totalmente sprovvisto.
Ma da vent’anni ormai il Web prima e le reti sociali poi hanno trasformato il mondo del giornalismo e della comunicazione. Da una struttura verticale che dall’alto controllava e distribuiva contenuti, si è passati a una realtà orizzontale dove per essere editore basta aprire un account, le voci delle grandi emittenti nuotano in un mare di conversazioni e il dialogo è merce di scambio per ottenere attenzione.
Conviene saperne qualcosa di più. Per questo ho provato a mettere tutto quello che ho imparato e insegnato in aula, le risposte alle domande più frequenti, quello che ho osservato e quello che ho sperimentato nel mio lavoro negli ultimi dieci anni in Social Media Journalism. Strategie e strumenti per creatori di contenuti e di news (Apogeo, 24,90) offre una panoramica completa degli strumenti a disposizione per condividere contenuti sui social, da Facebook fino ad app come Telegram, passando per Twitter e Instagram. Un manuale che guida giornalisti e professionisti della comunicazione alla scoperta delle nuove regole del gioco, mostrando come lavorare in un contesto dove l’informazione è multiforme e scorre veloce. Se vuoi dare un’occhiata, sul sito di Apogeo puoi scaricare gratuitamente la (bellissima) prefazione di Ferruccio De Bortoli, l’introduzione e il primo capitolo.
Essendo un mondo in continua evoluzione, propone soprattutto un metodo, che possa sopravvivere ai continui cambiamenti di piattaforma: condividere contenuti di qualità, non aprire troppi profili se poi non hai tempo e modo di gestirli, occhio alle fonti e alla diffusione di notizie false. Suggerimento quanto mai appropriato oggi che stiamo sviscerando la comunicazione, anche e soprattutto sui social, che ha portato all’elezione di Donald Trump come presidente Usa. Soprattutto, fa riflettere sul fatto che non esiste ormai una distinzione tra ciò che siamo e facciamo online e offline: tutto contribuisce a creare una personalità e un’autorevolezza professionale. Per cui, occhio a ciò che scriviamo e condividiamo: il palcoscenico dove lo stiamo facendo è, potenzialmente, il mondo intero.
L’ho scritto seguendo l’approccio che ho in aula e in aziende: zero fuffa, molti esempi e consigli pratici, riflessioni e how-to. Spero e credo possa essere utile a molti, non solo i “giornalisti”, a a chiunque lavori o voglia lavorare nel mondo della comunicazione e condivisione di contenuti online. Ma anche a chi vuole saperne di più per interesse personale o per costruire una reputazione online migliore e più autorevole.
L’hai letto? Fammi sapere cosa ne pensi 🙂
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